Gerusalemme, Unesco approva la risoluzione sui luoghi sacri: come negare una storia ovvia
L’Unesco approva a Parigi la risoluzione su Gerusalemme e il Monte del Tempio osteggiata da Israele, che afferma formalmente che gli ebrei e lo stato ebraico non hanno alcun legame con il Muro del Pianto. Una risoluzione che nega in modo ovvio la storia e che secondo il premier il Benyamin Netanyahu è a dir poco assurda e che equivale in un certo senso a dire che la Cina non ha legami con la Grande Muraglia o l’Egitto con le Piramidi. Ovviamente la questione è stata sottoposta da paesi come Egitto, Algeria, Marocco, Libano, Oman, Qatar e Sudan, respinta da Usa, Germania, Gran Bretagna, Lituania, Estonia, Olanda, mentre altri 26 stati come l’Italia si sono astenuti. Certo è che al di la dell’aspetto puramente politico ma anche religioso fa davvero “paura” pensare che si possano negare le origini storiche e reali di alcuni luoghi, posti che raccontano il passato di popoli e di nazioni e che confermano una storia comune e condivisa, impossibile da cancellare neanche con una risoluzione internazionale.
Da sempre popoli democratici si affidano a uomini dotti, responsabili per tutelare i propri interessi che vanno molto spesso oltre l’aspetto economico: la storia confermata da monumenti come il Colosseo o le Piramidi, o anche il Partenone non può essere contestata, non va discussa anzi va tutelata e difesa se poi è solo un pregiudizio o la paura ad animare alcune decisioni c’è da dire che rispetto a 70 anni pochi passi sono stati fatti: sicuramente oggi possiamo parlarne e schierarci ma molta gente comune difficilmente comprenderà l’accaduto.
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